Il mio primo post di “camminata urbana” lo dedico a Palermo. Sono pugliese, amo la mia Puglia, ma in vita mia non ho mai camminato tanto in una città, come invece ho fatto a Palermo, in così pochi giorni.
Ci sono stata lo scorso settembre, quindi immaginate il clima fantastico che mi ha accolto. Il mio ragazzo è stato ospite di un evento veramente interessante, il Sole Luna – Un ponte tra le culture, un festival internazionale di film documentari. Il festival si è svolto all’interno del Complesso monumentale di Sant’Anna alla Misericordia, sede anche della Galleria d’Arte Moderna di Palermo (posto davvero speciale per gli amanti dell’arte).
Siamo rimasti poco meno di una settimana, ma il numero dei nostri passi, fatti in quei giorni, è stato davvero incredibile. Abbiamo parcheggiato la macchina per tutto l’intero soggiorno (anche perché il traffico di Palermo è “vorticoso”), e non abbiamo mai utilizzato neanche i mezzi di trasporto urbani. Abbiamo camminato per almeno 15 chilometri al giorno (usiamo costantemente una applicazione che conta la distanza percorsa), poiché tanta è stata la voglia di vedere, osservare, capire questa città. Abbiamo visitato almeno una trentina di monumenti, fra chiese e palazzi (il mio ragazzo non ne poteva più!).
A mio avviso, i luoghi obbligatori da visitare sono:
1 – La Cappella Palatina (all’interno del Palazzo dei Normanni).
2 – Tutte le chiese a Palermo meritano di essere visitate. Quelle però imperdibili sono: La Martorana (o Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio alla Martorana), Chiesa di San Cataldo (con le sue bellissime tre cupolette), Chiesa del Gesù (nota anche come Casa Professa), e la Cattedrale di Maria Assunta (con la tomba di Federico II).
3 – L’Orto Botanico di Palermo (con i ficus più grande d’Europa!).
4 – Palazzo Abatellis e la sua Galleria Regionale Siciliana (che emozione ammirare l’Annunziata di Antonello da Messina!).
5 – Palazzo Mirto (per capire il lusso in cui vivevano i nobili palermitani).
6 – I Tesori della Loggia, che comprendono cinque importanti chiese ed oratori (situati nell’antico quartiere chiamato appunto “della Loggia”): l’Oratorio del Rosario in San Domenico, l’Oratorio del Rosario in Santa Cita, la Chiesa di San Giorgio dei Genovesi, la Chiesa di Santa Cita, la Chiesa di Santa Maria di Valverde. Appuntatevi questo nome: Giacomo Serpotta, scultore e decoratore del Settecento, famosissimo a Palermo per aver abbellito numerosi palazzi e chiese dell’epoca. Per info e biglietti cliccare qui.
Mi fermo qui, perché non basterebbero mille post a raccontare questa incredibile città che, per la concentrazione di tesori sacri, può essere paragonata solo a Roma.
La continua meraviglia mi ha dato una tale adrenalina da non riuscire più davvero a fermarmi, a parte qualche breve sosta nei bar ad assaggiare arancini, cannoli, e cassatine siciliane. La pausa più lunga, però, è stata quella durante la visita presso la Cappella Palatina. Ammirare gli interni di questo monumento è stato disarmante ed estremamente emozionante.
Ma in realtà, tutte le chiese di Palermo rappresentano dei tesori artistici, e hanno caratteristiche simili: si distinguono tutte per stratificazione, ricchezza, varietà e complessità, poiché molte hanno quasi 1000 anni. Esse, come appaiono oggi, sono rifacimenti e ricostruzioni compiute in pieno periodo barocco, ma in realtà la loro origine, in molti casi, è normanna, se non addirittura bizantina. Per non parlare poi dell’influenze islamiche e orientali, che si ritrovano addirittura negli stessi mercati, come ogni vero bazar che si rispetti.
Andando a piedi, ho avuto modo di conoscere i palermitani, e fare lunghe chiacchierate con passanti, commercianti, artigiani ecc. L’incontro più particolare è stato quello con un impiegato comunale, a cui ho chiesto delle indicazioni su come raggiungere l’ennesima chiesa. Questo gentile signore è andato ben oltre. Mi ha guidato all’interno del palazzo comunale, permettendomi di visitare alcune sale di solito chiuse al pubblico. Incredula, mi sono ritrovata nella stanza del sindaco, dove ho potuto ammirare la bellissima spada di Napoleone, conservata in una preziosa teca. Nella stanza del sindaco, ho trovato anche un’epigrafe, con sopra la personale dedica del patriota Garibaldi alla città di Palermo. Era l’ultimo giorno del mio soggiorno, e mentre leggevo quelle parole, mi sono emozionata, perché ho compreso il significato di ogni riga e parola.
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