Da qualche giorno è stato ufficialmente annunciato il via alla 13° edizione Festival IT.A.CÀ, un festival dedicato al turismo responsabile che si svolge qui nel Salento da quattro anni grazie alla collaborazione di numerose realtà associative e cooperative. Quest’anno, come referente della tappa salentina, mi impegno a dare il mio contributo per affrontare il tema del Diritto di Respirare. Un tema di grande rilevanza, soprattutto per i salentini, considerando l’urgente bisogno di riforestazione e ripristino degli spazi naturali dopo l’arrivo della xylella in Puglia.

La tragedia della xylella: l’urgente bisogno di riforestazione nel Salento

La situazione attuale rappresenta una vera tragedia per il nostro paesaggio, con molti luoghi che sembrano ormai funerei. Decine di migliaia di ulivi, compresi quelli secolari, si ergono con i loro rami secchi puntati verso il cielo, lanciando un grido allarmante. In molti altri casi, si possono osservare campi sterminati di tronchi tagliati, ma non ancora rimossi. È un’immagine che i nostri politici preferiscono nascondere come la polvere sotto il tappeto. Per questo motivo, mi sono impegnata a mappare e raccontare alcune realtà che si occupano da tempo di riforestazione e piantumazione, portando un messaggio di speranza. Una di queste persone è Monica Agrosì, una donna straordinaria che vive a Supersano. Monica è una madre di tre figli e imprenditrice nel settore dell’accoglienza turistica e nell’azienda storica di famiglia. Insieme a suo marito Giuseppe Agrosì, gestisce un antico frantoio che produce un olio extravergine d’oliva biologico di altissima qualità, riconosciuto anche all’estero come un’eccellenza. La loro famiglia si dedica da oltre due secoli alla gestione di circa 5000 alberi d’ulivo secolari.

 

La riforestazione dei cinque ettari di bosco di famiglia: ridare respiro e slancio a tutti

A questo punto, lascio a voi immaginare l’impatto devastante che un batterio killer può avere sulla vita di un uomo che ha dedicato anima e cuore alla coltivazione della tradizione e al rispetto dell’ambiente, vedendo la sua produzione dimezzata. L’impotenza che si prova in una situazione del genere è davvero travolgente. Ed è qui che entra in gioco la forza generatrice della donna di casa, che porta nuova luce e speranza. Mentre Giuseppe si impegna a limitare i danni ai suoi uliveti, Monica dà vita a un progetto che mira a ridare respiro e slancio a tutti: la riforestazione dei cinque ettari di bosco di famiglia, situati ai piedi delle Serre Salentine, tra i paesi di Supersano e Ruffano. Negli ultimi anni, sono state piantate Querce Virgiliane e sono stati creati percorsi sensoriali, dove Monica invita gli ospiti delle sue strutture ricettive a fare una passeggiata.

 

La famiglia Agrosì: custodi dell’antica foresta salentina

Ammirare le Serre Salentine dall’alto è già uno spettacolo mozzafiato. Camminare lungo le pendici di queste serre è stato rassicurante e mi ha dato una tregua dai pensieri negativi. Ho pensato: “Forse non tutto è perduto”. Fino a qualche secolo fa, il Salento era un’enorme foresta che si estendeva dalla provincia di Brindisi fino all’estremo lembo del sud Salento. Un bosco denso che si estendeva per chilometri e chilometri, famoso in tutta Italia per le battute di caccia dei principi e dei conti dell’epoca. Oggi, di questa antica foresta, rimangono poche tracce sparse sulla penisola. Tra queste, sicuramente si annovera quella della famiglia Agrosì. L’obiettivo di Monica e della sua famiglia è ora quello di ripopolarla con la piantumazione di alberi che nel corso dei secoli sono scomparsi. Uno di questi è il castagno! Grazie a Monica, ho scoperto che fino a qualche decennio fa, lungo le Serre Salentine, era possibile riposarsi all’ombra di un castagno nel cuore del caldo e soleggiato Salento. La toponomastica stessa lo conferma, con una delle vie vicine chiamata Via Castagna.

 

Un gesto importante in un momento difficile per il paesaggio salentino

E ora, veniamo alla parte più emozionante. Lungo le pendici, dove Monica sta piantando nuovi alberi, ho ricevuto un dono straordinario dalla famiglia Agrosì: un piccolo albero di castagno che porterà il mio nome. Dopo averlo contrassegnato con una targhetta, l’ho innaffiato per la prima volta. Sarò in grado di seguire la sua crescita visitandolo di persona o chiedendo a Monica di inviarmi foto e aggiornamenti. È stata un’emozione vedere quelle piccole foglioline verdi appena sbocciate, che erano lì per me. Un’emozione che tutti voi potete provare aderendo al progetto di Agrosilvae. Con una piccola donazione, potrete regalare o adottare anche voi un alberello e compiere un gesto importante in questo momento così difficile per il paesaggio salentino. Dopo aver innaffiato il mio alberello e aver fatto una passeggiata lungo le pendici, ho gustato un aperitivo en plein air sotto una quercia, con pane, pomodoro e olio rigorosamente Agrosì, preparato dalle magiche mani di Monica. I suoi tre figli erano con noi e sono davvero fortunati ad essere cresciuti in questo luogo. Con la loro gentilezza e sensibilità, sono sicura che saranno grandi custodi di questa magnifica eredità. Torneranno sempre qui per respirare a pieni polmoni.

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