Perché il camminare ci salverà! Ne sono certa. Questa consapevolezza è il risultato di un cambiamento fisico prima di tutto. Comincio a camminare, seriamente, circa un anno e mezzo fa, e il mio corpo subisce una trasformazione lenta ma significativa. Perdo circa otto chili in meno di un anno e inizio a sentirmi, per la prima volta nella mia vita, “in forma” (esagerato dirselo da soli?), senza dieta e palestra. Il segreto? Camminare sempre, ovunque e appena è possibile! Questo non significa che il blog sarà dedicato al salutismo (sono una persona piena di vizi e ne gioisco).
Il “camminare” per me è divenuto un modo di essere ormai, più che uno stile di vita. Grazie a questa mia nuova prospettiva, di conseguenza, sono cambiate tante cose, ad esempio il modo di guardarmi intorno, di esplorare lo spazio e di essere tra la gente o anche l’essere da sola. E’ cambiato soprattutto il mio modo di viaggiare e di percorrere dei luoghi. E’ diventato tutto più lento all’improvviso, infatti, i tragitti si sono allungati, ma allo stesso tempo le scoperte si sono moltiplicate. Il camminare mi ha permesso di fare delle pause, anche lunghe a volte, e in queste pause ho iniziato ad ascoltare di più le voci, ad aguzzare lo sguardo e soffermarmi di più sui luoghi attraversati, permettendomi di “esserci” veramente in quei posti. Le mie “esplorazioni” sono divenute vere e non c’è stata necessità di camminare in paesi sconosciuti, per necessariamente “trovare” qualcosa, o essere lontani migliaia di chilometri da casa propria. E’ bastato solo muoversi, attraversare qualsiasi porta e procedere passo dopo passo verso l’esterno, verso il quartiere, verso la città, verso il mondo.
P. S. Di cosa parlerò insomma? Dell’importanza di camminare in città, durante un viaggio o durante un’escursione; e poi ancora trekking, trekking urbano, slow experience e slow tourism. Here We go!