L’antica Via Egnatia (ora un’autostrada modernissima a 4 corsie chiamata E90), ci ha portato dal porto di Igoumenitsa in Grecia sino alle porte della gigante Istanbul in Turchia. Ahimè ho percorso l’antica via in macchina, avvertendo dentro un pò di sofferenza, poiché anche quest’anno non sono riuscita a realizzare il sogno di un viaggio interamente a piedi. Per rimediare a questo stato di afflizione, ho costretto i miei piedi (e il mio povero compagno) a prove estenuanti ogni giorno, camminando per chilometri e chilometri in ogni località-tappa lungo la via Egnatia.
La prima tappa, lungo questo viaggio on the road, è stata Meteora, località a circa duecento chilometri da Igoumenitza. La maggior parte del tragitto percorre la comoda autostrada E90, mentre gli ultimi trenta chilometri mettono a dura prova la temerarietà di qualsiasi guidatore. Il nome Meteora rappresenta il sito storico, quindi per pernottare è necessario trovare un albergo o B&B nel piccolo villaggio di Kastrasi vicinissimo al sito, o nel più grande paese di Kalambaka, a circa tre chilometri.
Meteora (in lingua greca: Μετέωρα , letteralmente “in mezzo all’aria” dal greco “META'” “in mezzo a” e “AER” aria, “sospeso in aria” o “in alto nei cieli”) è divenuto ufficialmente il posto più incredibile dove per ora ho messo piede. Camminare qui e raggiungere questa meta, dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco, toglie il fiato. Provengo da una regione (la Puglia) dove panorami e viste mozzafiato non scarseggiano, ma questo posto, famosa località nel nord della Grecia, nei pressi della cittadina di Kalambaka, ti fa sentire impreparato ad accogliere tanta bellezza in un colpo solo. Come ci si sente? Nella Terra di Mezzo del romanzo di J.R.R. Tolkien!
La particolarità di Meteora è la presenza di ventiquattro monasteri, tutti costruiti su in cima a delle enormi falesie in arenaria, che prendono la forma di gigantesche torri di roccia.
Prima che si costruissero i monasteri (il più antico risale al XIV secolo), i monaci eremiti abitarono in caverne scavate nella roccia. In seguito per difendersi dai continui attacchi turchi, decisero di costruire dei cenobi in cima a questi speroni di roccia, collegati alla terraferma da pericolosissime funivie, che ovviamente erano disattivate nel momento in cui qualche esercito straniero minacciava la vita a Meteora. Tutto ciò rese queste costruzioni inespugnabili, in molte occasioni.
Il pensiero fisso, mentre si percorrono i centinaia di gradini, è chiedersi quanto mastodontico impegno, lavoro, e sforzo dei monaci ci sia voluto per costruire i cenobi su queste rupi così alte e isolate.
Il raggruppamento di monasteri a Meteora ha rappresentato nel passato un importantissimo centro della chiesa ortodossa, secondo solo a quello del monte Athos. In totale sono stati costruiti ventiquattro i monasteri, ma solo sei sono ancora abitati, e visitabili:
• Gran Meteora, o monastero della Trasfigurazione
• Agios Nikolaos (San Nicola)
• Agios Stefanos (Santo Stéfano)
• Aghia Triada (Santa Trinità)
• Roussanou, o di Santa Barbara
• Varlaam
All’interno dei monasteri, non si possono ovviamente scattare foto, e le donne devono indossare o una gonna lunga sino alla caviglia e o se indossano dei pantaloni devono comunque infilare una lunghissima gonna pareo, che sarà fornita a tutti gli ingressi dei monasteri. Lo stesso vale per gli uomini che vestono con pantaloni corti. Ovviamente l’esperienza di camminare all’interno di questi luoghi sacri fa pensare tanto, e ci si chiede come gli abitanti monaci riescano a condurre ancora una vita così austera e isolata. L’esperienza sarebbe mistica, se non ci fossero (in estate) orde di turisti, soprattutto russi, devotissimi a San Nicola e Santo Stefano, che occupano in massa le piccole absidi e capelle.
Sappiate che i monasteri distano l’uno dall’altro come minimo un paio di chilometri, e considerate che bisogna affrontare almeno cinquecento gradini, prima di raggiungere l’ingresso di ogni monastero. Questi sono collegati tra loro da una strada asfaltata sinuosa e in continua salita e discesa, non troppo stretta, tanto da permettere il passaggio di autobus da gran turismo. Macchina o non macchina, lo sforzo fisico per visitarli tutti è elevatissimo, quindi scegliete di venire qui non in piena estate, e attrezzati di acqua e scarpe comodissime. Noi abbiamo avuto un’ intera giornata a disposizione per la visita di Meteora, ma sarebbe ideale almeno rimanere un paio di giorni, per potersi gustare uno degli spettacoli più incredibili della terra, frutto della collaborazione armoniosa fra uomo e natura. Ho esagerato? Provate a dare ancora un’occhiata alla galleria di foto qui giù. Camminare qui vi farà sentire davvero sospesi nel cielo!
Ph: Mattia Epifani
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