E’ passato poco più di un mese dal ritorno del mio compleanno viaggio. Dopo aver visitato Meteora e Salonicco, il viaggio lungo la via Egnatia ha avuto come meta finale la città di Istanbul. Ci sono rimasta più di una settimana, ho camminato per più di venti chilometri al giorno, e ho avuto il tempo di osservarla bene, frequentando i quartieri più popolari. Dopo il rientro, c’è voluto più di un mese per costruire un parere, un’opinione riguardo la mastodontica città di Istanbul. Il tempo trascorso, però, non è ancora bastato per capirla, e per comprendere davvero quello che ho provato: un mix di sensazioni incredibili, dall’entusiasmo e la meraviglia, all’angoscia e alla tristezza, come ogni megalopoli che si rispetti. Ma procediamo per ordine. Parliamo prima della bellezza, e dell’incanto di questa città, che è stata sia capitale dell’Impero Romano d’Oriente, e di quello Ottomano, per lunghi secoli.

Istanbul

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Tutti i miei amici, che l’hanno visitata più di qualche anno fa, me ne hanno parlato stregati, descrivendola come una città unica e affascinante. In effetti, è proprio così, se si rimane nei bei quartieri di Sultanahmet e dintorni, dove l’architettura delle chiese, dei palazzi e delle moschee ha raggiunto vette altissime, oppure se si frequenta l’europeo quartiere di Beyoglu, con i suoi negozi e laboratori di giovani designer, architetti e artigiani. Soprattutto nel quartiere di Sultanahmet si possono visitare monumenti incredibili, costruiti prima dai grandi imperatori dell’antico impero bizantino, l’Impero Romano d’Oriente, e poi dai sultani del Regno Ottomano. Sono palazzi, moschee, chiese, monumenti così grandi che dentro si possono fare lunghe, lunghissime passeggiate. Quindi, riassumendo, una volta giunti in questa zona centrale della città, i luoghi, dove per forza, a mio avviso, bisogna mettere piede, sono:

  • la Cisterna Basilica, la più grande cisterna di epoca bizantina ancora esistente a Istanbul. Non potete assolutamente perdervi una camminata in questa incredibile struttura sotterranea, costruita da Giustiniano nel 532, e il cui interno è scandito dalla presenza di 336 colonne, ognuna con capitelli pregevoli. In antichità essa conteneva 80.000 metri cubi d’acqua, destinati tutti al Grande Palazzo, ora invece è rimasta pochissima acqua, e si può camminare dentro grazie ad alcune passarelle di legno rialzate. Chiudete gli occhi, e godetevi una delle atmosfere più incredibili della città.

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  • Palazzo Topkapi a Sultanahmet, è assolutamente da non perdere, se si vuole comprendere il lusso sfrenato, gli agi, la lussuria, in cui vivevano i sultani dell’impero ottomano. Questo complesso enorme (ci vuole un intero giorno per visitarlo bene!) è stato costruito nel 1453 da Mehmet il Conquistatore, e abitato sino al XIX secolo dai successivi sultani. All’interno non perdetevi la visita dell’Harem e del Tesoro Imperiale, dove troverete uno dei diamanti più grandi del mondo, ma soprattutto dirigetevi da questa sala all’adiacente terrazza panoramica: qui ammirerete una delle viste più belle sul Bosforo!

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  • Il Ponte di Galata, in zona Eminonu, attraversato a piedi prima del tramonto, vi regalerà una delle viste panoramiche più belle sulla città vecchia e sul quartiere di Sultanahamet. Magari aspettate che arrivi la luna alle spalle di una moschea, mentre assaggiate il famoso panino con il pesce.

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  • Santa Sofia e la Moschea Blu, altri due monumenti imperdibili che si erigono l’uno di fronte all’altro, immensi e indescrivibili, nel cuore di Sultanahmet. L’unica nota stonata sono le centinaia di migliaia di turisti, che durante tutto il periodo dell’anno affollano rumorosamente questi due monumenti memorabili. Sedetevi in una delle tante panchine a Sultanahmet Park e guardatevi a destra e sinistra: ve le ritroverete lì, una per ogni lato, e voi al centro a godervi una delle viste più spettacolari della città!

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Se cercate un po’ di pace, silenzio proprio nel bel mezzo dell’immenso caos che regna sovrano a Sultanahmet, dovrete dirigervi al Gran Palazzo di Bisanzio. Qui vi godrete una camminata in santa pace in uno dei monumenti simbolo della città, ma poco frequentato dal turismo di massa. Ammirate gli incredibili mosaici, che un tempo ornavano il Palazzo Imperiale, voluto da Costantino il Grande, intorno al 325 d. C.

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Altre due cose belle e importanti da segnalare sono: l’efficienza dei mezzi di trasporto pubblici (da fare invidia!), e la Museum Pass Istanbul, una tessera sconto, valida per 72 ore dal primo utilizzo, che vi permetterà di visitare i più importanti monumenti senza fare file e code presso gli ingressi di musei e palazzi.

Se si va oltre, invece, e ci si addentra nei quartieri più orientali, o nei quartieri sopra quello di piazza Taksim, può essere che qualcosa pervada il vostro stato d’animo, e vi afferri per non lasciarvi più. Ci si rende conto che qualcosa non va. Si cammina e si vedono bambini soli, sporchi, con vestiti strappati, fare l’elemosina ad ogni angolo. Si cammina e si notano migliaia di profughi siriani arrivati in città, senza possedere nulla, mentre magari dormono per strada di notte. Si cammina e in giro si osservano troppe donne, che indossano non il foulard in testa, ma proprio il burqa, e che non sorridono più. Si cammina nelle moschee e si trova ancora una zona recintata, dove vengono chiuse le donne che vogliono pregare, mentre solo ai loro uomini viene concesso di avvicinarsi al pulpito. Si cammina e si incrociano ragazzi riuniti in cerchio, cantare “Bella Ciao” in turco, in piazza Taksim, e fin qui sarebbe tutto molto bello se non fosse per il fatto che erano lì riuniti per manifestare il loro dissenso. Dissenso verso alcuni misfatti avvenuti il maggio scorso durante i quali la polizia in tenuta antisommossa ha sparato gas lacrimogeni su centinaia di manifestanti, pacificamente riuniti per il primo anniversario delle proteste di Gezi Park. Si cammina poi fuori dalla città vecchia, e si nota troppo, eccessivo cemento, e pochissimo verde pubblico. E tante bandiere della Turchia appese ai palazzi e monumenti.

Insomma, è una metropoli incredibile, che nell’antichità è stata per secoli capitale dell’Impero Romano d’Oriente, e che per le bellezze che custodisce, può essere paragonata solo a Roma nel mondo. Ma adesso, si avverte che qualcosa non va, e che a mille di chilometri di distanza, c’è una guerra alle porte, dove migliaia di curdi siriani stanno perdendo la vita, per combattere un movimento, una forza oscura, dal nome Isis.

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Ph: Mattia Epifani

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