L’ultimo mio post dedicato al Sentiero degli Dei ha portato a galla ricordi e emozioni di quel viaggio, ed è tornata in mente con insistenza un’altra incredibile camminata: quella del Sentiero del Gran Cono, lungo il cratere del Vesuvio. Ho iniziato quindi a cercare e sistemare le foto di quel giorno. La meraviglia non ha tardato ad arrivare. E la domanda che ronzava in testa, mentre selezionavo le foto, era: “ma veramente sono stata in questo posto? Ho percorso davvero questo sentiero fantastico?”. Ebbene si. Ma si sa tutti i viaggi, o tutte le lunghe camminate, hanno la “stessa sostanza dei sogni” per me.

Sentiero del Gran Cono

Sentiero del Gran Cono

Nel caso un giorno foste nei paraggi di Napoli o Costiera Amalfitana, non fatevi scappare questa piccola grande avventura. Vi basterà raggiungere il piccolo ma importante paese di Ercolano. Importante perché Ercolano è famosa nel mondo per gli scavi archeologici della città romana fondata, secondo la leggenda, da Ercole e distrutta dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.. I suoi scavi, insieme a quelli di Pompei e Oplontis, fanno parte del Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO. E già questo potrebbe essere un grande motivo per visitare questo comune italiano della città metropolitana di Napoli. Un altro motivo è che da qui partono i bus, che vi porteranno al Piazzale Quota 1000 da dove parte ufficialmente il Sentiero del Gran Cono. Una volta giunti a Ercolano dovrete scegliere cosa fare, se visitare gli scavi o cimentarvi a percorrere uno dei più emozionanti sentieri d’Italia. Entrambe le cose vi porteranno via più di un’intera mattinata se non di più. Da camminatrice in erba quale sono e avendo a disposizione solo un giorno, ho scelto la seconda opzione, rinunciando aimè a percorrere le stradine dell’antichissima Ercolano fondata secondo la leggenda nel 1243 a.C (ma ci ritornerò presto).

Sentiero del Gran Cono - Città di Ercolano

Per poter percorrere questo sentiero bellissimo dovrete ritagliarvi almeno 3-4 ore. O almeno così dovrebbe essere. Cosa voglio dire? Che il bus che da Ercolano vi porterà fino al parcheggio Piazzale Quota 1000 (pagato profumatamente per nemmeno 30 minuti di corsa), vi chiederà di ritornare al parcheggio entro massimo un’ora e mezza, cioè il tempo necessario per raggiungere la meta ravvicinata, scattare qualche foto, e ritornare di corsa giù. Ma andiamo per ordine, mi spiego meglio. Se vi muovete con mezzi pubblici, sarà necessario recarvi presso la stazione ferroviaria di Ercolano. Qui nel piazzale antistante troverete l’ufficio della compagnia di trasporto turistico che collega Ercolano al Gran Cono del Vesuvio. Una volta fatto il biglietto (venti euro andata e ritorno) vi basterà attendere lì stesso l’arrivo del bus. Saliti a bordo, i tornanti e le strade che vi porteranno su in cima, metteranno a dura prova la vostra resistenza al mal d’auto. Giunti nel parcheggio del Piazzale Quota 1000, l’autista in maniera molto superficiale annuncerà per una sola volta (quindi orecchie ben aperte) l’orario di ritrovo per poter ritornare a Ercolano. Tant’è che penserete: “la compagnia fa su e giù fino alle 17 del pomeriggio, male che vada prendo il bus dopo”. Dopo aver salutato l’autista e averlo ringraziato per avervi portato a destinazione sani e salvi, dirigetevi verso un cancello con un guardiano e mostrategli il biglietto del bus (che comprende anche la quota destinata al pedaggio per l’ingresso alla cima del Vesuvio). Oltrepassato il cancello, non pensate più alla scortesia dei vari personaggi li presenti. Non pensate a niente. Lasciatevi andare ad un incontro incredibile con la natura e i suoi panorami.

Sentiero del Gran Cono

Sentiero del Gran Cono

Sentiero del Gran Cono

Sentiero del Gran Cono

Sentiero del Gran Cono

Sentiero del Gran Cono

Sentiero del Gran Cono

Sentiero del Gran Cono

L’ascesa al cratere è stata davvero emozionante. I tornanti erano iperpanoramici e il cuore sussultava ad ogni passo. Lo spettacolo davanti mi offriva una delle più belle vedute sul Golfo di Napoli incorniciato dalla pineta della Riserva Tirone Alto Vesuvio e dal Colle Umberto. Dopo circa un chilometro di dura salita con il vento contrario sono giunta a quota 1100 metri, dove si trovava una casetta destinata a piccolo shop per souvenir e ufficio per le guide del Parco Nazionale del Vesuvio. Ma soprattutto ad attenderci lassù c’era uno dei più terribili e minacciosi crateri del mondo.

Sentiero del Gran Cono

Sentiero del Gran Cono

Sentiero del Gran Cono

Sentiero del Gran Cono

Sentiero del Gran Cono

Sentiero del Gran Cono

Le guide sono pagate dell’Ente Parco e sono tenute ad offrire un piccola guida guidata di dieci minuti, quindi bussate alla porticina del loro ufficio e chiedete qualche informazione. Ricordo molto bene due dati sul vulcano: che nasce circa 400.000 anni fa e che quel cratere li davanti ai nostri occhi cosi profondo e tranquillo potrebbe esplodere da un momento all’altro e ricreare lo stesso cataclisma che si verificò nel 79 a. C. Vi rendete conto? Li ad un passo da me, lungo il bordo del cratere, potevo ammirare da vicino uno dei vulcani più pericolosi e studiati al mondo. Mentre la guida parlava, il mio pensiero è andato subito ai milioni di cittadini che vivono tranquilli lungo le sue pendici, e abitano nella cosiddetta Zona Rossa, area esposta a maggior rischio da eruzione (circa venti Comuni e tre quartieri della città di Napoli). Un piano di evacuazione esiste da anni ed è continuamente migliorato e revisionato da studiosi, tecnici e istituzioni. Ma poi ho pensato solo per un attimo al traffico di Napoli, e ho capito che non c’è piano di evacuazione che possa reggere. Purtroppo la viabilità e il traffico congestionato rimangono due veri ed enormi problemi per questa emergenza.

Sentiero del Gran Cono

Sentiero del Gran Cono

A questo punto, per essere puntuali all’appuntamento con l’autista, sarei dovuta ritornare indietro e rinunciare a proseguire. Si perché il tempo concesso da questa compagnia è di nemmeno un’ora e mezza. Ma i miei piedi scalpitavano, e non volevamo proprio saperne di tornare indietro. A costo di tornare a piedi a Ercolano, non avrei rinunciato mai a godere un altro po’ di quello spettacolo incredibile. A volte sembrava di essere su un altro pianeta per il colore della terra e delle pietre (il paradiso per un geologo), a volte sembrava di essere proprio sospesi a metà tra terra e cielo. Salutata e ringraziata la guida (molto gentile), ho proseguito per un viottolo largo che presentava continui affacci sul cratere. Dopo nemmeno 500 metri sono giunta ad un altro piccolo chioschetto. Qui ho trovato altre guide del parco e un piccolo punto di ristoro, dove si poteva assaggiare anche del profumato limoncello della Costiera Amalfitana. Lassù mi sono fermata qualche minuto a godere di uno spettacolo di rara bellezza, mentre guardavo i paesi, le case, le auto, le barche, piccoli piccolissimi e io iniziavo a sentirmi sempre più leggera ed evanescente.

Sentiero del Gran Cono

Sentiero del Gran Cono

Sentiero del Gran Cono

Sentiero del Gran Cono

Sentiero del Gran Cono

Sentiero del Gran Cono

Sentiero del Gran Cono

Questo per me è stato il tratto del percorso più bello ed emozionante della giornata, e pensare che ci avrei dovuto rinunciare! Ma io ormai non ascolto più la mia testa, ma i miei piedi e faccio solo quello che mi dicono loro.

Sentiero del Gran Cono

Sentiero del Gran Cono

Sentiero del Gran Cono

Da questo punto in poi non è stato possibile continuare perché il sentiero era chiuso da una sbarra. Una delle guide mi ha riferito che da lì si scende lungo le pendici del Vesuvio e con un percorso ad anello si ritorna al Piazzale Quota 1000 dove ci aveva lasciato il bus. Purtroppo il sentiero in quel momento era chiuso al pubblico (non ho capito il motivo vero), quindi abbiamo dovuto fare dietro front e ripercorrere la strada fatta. E’ stato comunque un piacere rifare il percorso a ritroso e ammirarlo da un altro punto di vista.

Sentiero del Gran Cono

Sentiero del Gran Cono

E adesso viene il bello. Arrivati giù al parcheggio con un’ora e mezzo circa di ritardo, in maniera molto ingenua mi sono sentita rasserenata dal fatto di trovare tre minivan 7/8 posti della compagnia di autobus con cui avevamo fatto il biglietto di andata e ritorno. Mi sono avvicinata a uno degli autisti con un sorriso a 360° e gli ho spiegato che ero in ritardo perché sono voluta salire un altro po’. E lui, in napoletano stretto, mi si è rivolto contro e mi è sembrato di capire che dicesse qualcosa del tipo: “ma tu chi sei, che vuoi? Non sei venuta con me sin qua. Dovevi tornare con l’altro bus”. Insomma voleva lasciarci lì. A quel punto il mio sorriso è divenuto altro e ho provato a spiegare al signore che lui lavorava per la stessa compagnia alla quale avevo pagato un biglietto di andata e ritorno. Mi fermo qui con il racconto, perché non voglio ricordare la scortesia di quei minuti. Fatto sta che alla fine io e il mio ragazzo siamo riusciti a trovare due posti in uno dei minivan e ritornare a Ercolano. Quindi amici camminatori, se mai doveste trovarvi da queste parti, o recatevi al Piazzale Quota 1000 automuniti oppure rinunciate a vedere la parte più bella del Sentiero del Gran Cono… oppure rischiate e mettere in conto che al ritorno potreste rimanere a piedi. Ma per dei viandanti come noi quest’ultima opzione non dovrebbe essere un problema (sono solo 15 chilometri in discesa)!

P. S. Un’unica raccomandazione. Portate con voi anche d’estate una giacca a vento o qualcosa per coprirvi, perché lì su, sospesi tra terra e cielo, tira sempre un vento fortissimo 🙂

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